lunedì 8 novembre 2010

Premio o punizione?

Io seguo i Gran Premi, sia di motociclismo che di Formula 1.
Oddio, seguo è una parola grossa...dormicchio sul divano insieme a mio marito, soprattutto durante quelli di automobilismo, cullata dal rumore dei motori e dalle frescacce che dice Ivan Capelli.
Di solito mi riprendo alla premiazione, che è sempre carina, con gli inni e lo champagne giù per la schiena.

La cosa più sconvolgente negli ultimi anni è la qualità dei trofei consegnati ai vincitori.

Questa è una di quelle cose dove, secondo me, la tradizione andrebbe rigorosamente rispettata: una bella coppa, di cristallo, argento o simili, con il suo bravo piedistallo e tanti saluti.

Invece da un po' di tempo gli organizzatori si sono sbizzarriti...ieri per esempio ai vincitori del Gran Premio del Brasile è stata consegnata una specie di lastra di vetro con una goccia enorme incastrata dentro e delle decalcomanie non meglio definite.  Ma: cos'era?
Li vedevi in difficoltà anche solo a tenerla in mano. Un obbrobrio.

Mi ricordo di altre brutture, simili ad antenne delle radio rimaste incastrate nei rulli dell'autolavaggio; oppure cartocci  metallici informi, vassoi buoni solo per servire i pasticcini, volanti mal riusciti, sfridi di lavorazioni e così via sempre più in basso...alla ricerca del nuovo quando il vecchio andava benissimo com'era.

Mi immagino questi sportivi, con la loro bella stanza adibita a museo dei premi vinti, dalle prime medaglie in simil oro alle coppette di latta, fino ad arrivare ai trofei dei gran premi internazionali, descrivere al visitatore di turno le varie imprese che li hanno visti sul podio, soffermarsi su una di queste schifezze e dire "beh, quella volta lì potevo anche arrivare quarto!".
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