sabato 28 maggio 2011

Nespole galeotte

Alcuni cibi, così come certe canzoni o anche profumi, sono più evocativi di altri nella nostra storia personale.

Così accade che mentre stiamo valutando se comprare un melone o delle ciliege, l'occhio cada sui cestini di nespole, bruttarelle e pure care, e che queste finiscano dritte nel carrello.

Perchè è successo che in un attimo sono tornata ai miei 22 anni e ho sentito in bocca il gusto delle nespole rubate da un albero a Tropea, durante una delle più belle vacanze della mia vita.

Ero lì, ustionata dal primo sole di maggio, coperta di Foille, tra un corso di tiro con l'arco e uno di apnea, felice come una bambina davanti al buffet pieno di cibo fantastico e agli scherzi degli animatori.


E c'era lui, l'istruttore di wind surf, abbronzatissimo, con questi occhi così profondi e dei denti così bianchi.
Ma, dico io,  è legale?

Voglio dire, arrivare pallide, dai nostri tristi uffici e soprattutto tristi colleghi, ed essere catapultate in questa specie di paradiso dei sensi, troppo pieno di ogni cosa bella, dal mare alle piscine, dai giochi agli hobby, dagli spettacoli ai balli, con troppo sole, troppi bicchieri di vino, troppa pelle esposta....

Trovarsi a fare i conti con l'ingiustizia della vita: da una parte io che lavoravo in banca e mi vedevo già fregata per sempre e dall'altra gli animatori, miei coetanei, belli come il sole, che dividevano il proprio anno in 6 mesi nei villaggi Italia e sei mesi nei villaggi tropicali, Maldive o Seychelles.

Che crisi! Ho perso la testa e ho pensato che ero ancora in tempo per tirarmi fuori da questo grigio gorgo dove ero finita.
Avevo un moroso, bancario pure lui, che ho lasciato la sera stessa che sono tornata dal mare.
Ho passato l'estate piangendo sempre, scrivendo poesie, sognando di tornare a Tropea in settembre.

In realtà a settembre scadeva il mio contratto a termine in banca e ho ripreso subito a fare l'indossatrice per un altro anno.
Il tempo è passato, inesorabile.

Non sono mai più tornata a Tropea.
Qualche anno dopo, guardando la vetrina di un'agenzia di viaggi, ho visto la pubblicità di un villaggio alle Maldive.
Sullo sfondo l'atollo e in primo piano un materassino con due ragazze e un ragazzo che ridevano felici.  Il ragazzo era lui, il mio istruttore di wind surf.
Ho lottato per un po' con la voglia di partire e fargli una sorpresa.

No, le minestre riscaldate non sono adatte agli animatori.
E' stato meglio conservare un po' di dignità e qualche bel ricordo.

OK, mangiamoci  'sta nespola...
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