sabato 13 agosto 2011

C'era una volta il PC

Niente fa più in tempo ad invecchiare, tutto diventa obsoleto.

Questa è la mia riflessione al ritorno dalla discarica questa mattina.   

Stiamo ripulendo la cantina e dopo mesi ed anni che si rimanda la vecchia Multipla è stata riempita di tastiere, schede madri, dischi fissi, unità esterne, cavi e tanti, tanti CD di programmi.

C’era qualcosa di rotto? Pochissimo. 
La maggioranza delle cose erano solo sorpassate. Perfettamente funzionanti ma inutili. 
Rifiuto speciale da smaltire in appositi container.

Ieri il Personal Computer IBM ha compiuto 30 anni. Leggevo un articolo che ne riassumeva la storia come stessimo rievocando la creazione della pila di Volta o dei caratteri mobili di Gutenberg.
Già lo davano per morto o almeno moribondo.  Adesso ci sono i tablet  che stanno prendendo il sopravvento.

A casa mia gira un Galaxy Tab, che è indubbiamente un giocattolino favoloso, ma tanti auguri se vuoi scrivere un testo o lavorare su un foglio elettronico senza almeno una tastiera esterna!
Bello è bello.  Con le dita muovi, chiudi, ingrandisci; giri lo schermo ed il contenuto gira a sua volta, ti senti quasi magico.

Ma io, l’ho già scritto, sono sempre restia ai cambiamenti tecnologici troppo repentini.   
Io sono una delle poche che ha imparato a scrivere a macchina su una specie di catafalco che effettivamente può aver ispirato l’architetto dell’Altare della Patria.  
I tasti erano così duri che avevo il mignolo con il muscoletto: una dattilografa culturista.

Già passare alla macchina per scrivere elettrica è stata una favola.  Non c’erano più i tasti che, data la mia velocità, si incastravano sul nastro. C’era una sferetta ed i nastri erano a cartuccia e non più su due rocchetti da sistemare sporcandosi tutti.

Poi  c’è stata una macchina che aveva anche il nastro per cancellare ed infine una che aveva perfino un po’ di memoria e potevo farle scrivere aperture e chiusure standard di lettere. 
Alla fine è arrivato un PC IBM compatibile.  Lo schermo era nero ed i testi o verdi o bianchi. La stampante ad aghi con i fogli da sistemare bene sulle rotaie, i floppy disc, il mouse col filo…

Ad un certo punto  gli eventi si sono susseguiti sempre più velocemente: schermi a colori, Windows, dischetti, memorie sempre più ampie, reti, via i fili, via le tastiere.  Comandi vocali, touch screen.
Tra poco basterà pensare un comando e il computer eseguirà…forse.

Ma io sono un po’ preoccupata: ci stiamo atrofizzando. Le braccia e le gambe diventeranno inutili appendici.  Ci sarà solo un corpo grasso e un'enorme testa occhialuta di sopra.

Ah, le belle dattilografe culturiste di una volta!
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