mercoledì 3 agosto 2011

Via da Las Vegas

Associazioni di idee. Alcuni giorni fa ho visto il film "Notte da leoni".

Per chi non lo conoscesse, racconta di un addio al celibato che un gruppo di quattro amici festeggiano a Las Vegas.

Ne succedono di tutti i colori, in un ritmo incalzante, con battute e situazioni esilaranti. Molto divertente.

Così ho ripensato a quando sono stata anch'io a Las Vegas, giusto un paio di giorni.
Anche troppi per una città così brutta...
Ma è comunque valsa la pena di visitarla. E' un posto veramente allucinante.

Si viaggia per ore nel deserto, fermandosi in squallide stazioni di servizio dove cartelli con la scritta "Attenzione ai serpenti a sonagli" ti avvertono di non sgranchirti le gambe troppo lontano dalle pompe, superi rari camion con le marmitte cromate ai lati della cabina, bellissimi e lucidissimi, mentre saguari e joshua tree punteggiano l'orizzonte.

Poi, in mezzo al nulla, spuntano enormi costruzioni, gli hotel, che sfidano le più elementari regole del buon gusto e ci si domanda dove sarà la vera città, quella con il municipio e la chiesa, le scuole e i negozi.

Ma alla sera tutto cambia.
Pensi di essere stato catapultato nel più enorme dei luna park ed è tutto un tripudio di luci.
Lo spettacolo è veramente fantastico.  Ci si ubriaca anche se non si beve.
Si viene ingoiati dai vari casinò, si passa in mezzo a centinaia di slot machine, ognuna con davanti un vecchietto con il suo bravo bicchiere di carta pieno di monetine, sconosciuti provano ad attirarti ai vari tavoli, ti chiedono se ti interessano partite in salette più riservate.
C'è qualcosa di sordido e sinistro che aleggia nell'aria, ma basta essere determinati a fare solo gli osservatori che tutto fila liscio.

Mangiare costa pochissimo. Con 5 dollari puoi accedere a buffet con ogni ben di Dio, aragoste comprese.
Tutto gira intorno al gioco e anche ai matrimoni lampo.
Un incubo psichedelico.

Io e i miei alloggiavamo al Dunes, un hotel che è stato fatto implodere nel '93.
Al suo posto oggi sorge il Bellagio.

Leggendo su wikipedia la storia di questo vecchio albergo, ho capito il vero significato di una cosa accaduta all'arrivo.

Eravamo appena entrati in camera, stanchi dalla giornata di viaggio, e si siamo accorti che mancava il terzo letto.
Allora sono scesa nella hall per parlare con un addetto.

La hall non era come quella di un albergo normale.
Forse era lunga 50 metri, con decine di impiegati. Ne ho scelto uno a caso ed ho esposto il mio problema.
Piuttosto scostante il tipo mi ha chiesto a che nome era stata fatta la prenotazione.

Quando l'ha sentito è avvenuto il  miracolo.
Mi ha praticamente abbracciato e mi ha fatto vedere il suo biglietto da visita: eravamo omonimi!

Inutile dire che in un attimo il terzo letto era pronto e ci è stata recapitata in camera anche la cena con le scuse per il contrattempo.
Mi ha raccontato che la sua famiglia era originaria della Sicilia, ma io non ho notizie di antenati "siculi".
L'ho ringraziato molto e gli ho promesso che avrei salutato l'Italia da parte sua.

Adesso ho scoperto che questo albergo era stato costruito con i soldi della mafia e gestito da varie famiglie di Cosa Nostra....

Questi non fanno mai niente per niente...

Però, dopo tanti anni, forse il favore è caduto in prescrizione.
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2 commenti:

  1. Ma che aneddoto carino!
    Sai anche per me Las Vegas è l'Ultimo posto che valga la pena visitare negli USA. Però le stazioni di servizio e le piante, quelle si, mi interessano!

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  2. Meravigliosooooo Annalisa, gli anni passano ma le impressioni restano e le nostre impressioni si assomigliano parecchio. E poi a me i luna Park sotto sotto non sono mai piaciuti:-)

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